“LA POLITICA DELLA BELLEZZA”
L’anno sociale della
Sezione Fidapa di Trapani si è aperto con un inno alla bellezza e lo ha fatto a
partire dall’insolita location scelta dalla Presidente Concetta Mazzola e dalle
sue collaboratrici: le sale del Museo Regionale “Agostino Pepoli” di Trapani.
Se poi alla magnificenza del luogo si accompagnano anche le suggestioni
regalate da un ospite prestigioso, come nel caso del “mecenate” Antonio Presti,
il mix che ne viene fuori è quello di un incontro felice, di un’occasione per
fermarsi a riflettere su temi del vivere sociale con leggerezza ma non con
superficialità.
Parlare di cultura, di arte, di bellezza, di
questi tempi non è facile e, forse, lo è ancora meno in una terra come la
Sicilia, piagata da una crisi economica sempre più evidente anche nel
territorio trapanese e dalla presenza di poteri criminali che sembrano voler
succhiare fino al midollo la linfa vitale dell’Isola e dei suoi abitanti.
Nella sua
“battaglia” culturale, iniziata nel 1982 con la Fiumara d’Arte di Tusa, Antonio
Presti, con tenacia e determinazione, ha fatto della “politica della bellezza”
la sua missione di vita, come lui stesso ha raccontato nel corso dell’incontro
con le fidapine e gli ospiti presenti, e prosegue nel suo impegno per regalare
bellezza ad una terra, la Sicilia, già meravigliosa di per sé. Una bellezza che
trascende l’ambito dell’estetica e dell’arte e che si fa, in definitiva,
impegno sociale e civile.
Da questa filosofia nascono i progetti nel quartiere
“satellite” di Librino, alla periferia di Catania, del risanamento dell’alveo
del fiume Oreto a Palermo, dove vorrebbe realizzare un museo di sculture
monumentali. Proprio il racconto della sua esperienza catanese, all’interno di
un quartiere e di contesti certamente complessi e difficili, è stato tra i
passaggi più intensi e coinvolgenti della conversazione trapanese di Presti,
condotta con apparente levità e con una buona dose di ironia e auto-ironia che
fanno di lui un “personaggio” davvero interessante e in grado di catturare ad
ampio raggio l’attenzione del pubblico. Il suo messaggio è risultato chiaro:
riuscire a legare etica ed estetica è, per lui, il modo migliore per proporre
una nuova politica dell'essere, un modo per mettere in crisi mentalità incrostate,
per produrre linfa nuova in grado di nutrire un pensiero che si fa azione
concreta, cambiamento.
E allora la
sfida forte è rivolta non solo al mondo dell’arte, agli
intellettuali, agli artisti, ma a tutta la società, a partire dai giovani, per
intraprendere un percorso di impegno politico e sociale. La prova che si può
fare ce l’abbiamo davanti agli occhi: le opere della Fiumara d’Arte, l’art
hotel Atelier sul mare - un albergo-museo d’arte contemporanea unico al
mondo a Castel di Tusa – la Porta della Bellezza a Librino, tutte opere che
testimoniano un’idea di bellezza che può essere compresa
e, soprattutto, condivisa anche da chi non ha alcuna dimestichezza con l’arte.
Una bellezza che crea stupore e unità tra i viventi.
Come dice Presti quel che serve è “un'arte non protagonista di un'estetica
dell'apparire ma che si fa azione, che interviene nella vita sociale”.
La Presidente
Concetta Mazzola